Le origini del massaggio svedese, detto anche massaggio classico, si devono al medico Pehr Henrik Ling (1776-1839), che definì le basi di questo trattamento, curiosando tra le tecniche dei massaggi orientali, in particolare il Tui Na cinese, e le applicò al massaggio svedese. Successivamente il medico e massaggiatore danese, Johan George Mezger (1838-1909), documentandosi sulle diverse tecniche di massaggio, notò delle somiglianze fra quelle descritte da Ling decenni prima e alcune pratiche da lui stesso utilizzate.
Fu Mezger ad essere indicato come il fondatore del massaggio svedese. Il nome di massaggio svedese, fu dato per omaggiare il lavoro svolto anni prima da Ling.
Il massaggio svedese si basa su movimenti che, applicando una pressione direzionata secondo il flusso di sangue venoso, permettono di stimolare la corretta circolazione sanguigna. I movimenti possono essere lenti e delicati, oppure al contrario vigorosi e intensi: tutto dipende dallo stile personale del massaggiatore e, naturalmente, dagli scopi che egli intende raggiungere. Per compiere questi movimenti vengono prevalentemente utilizzati mani, avambracci e gomiti.
Esistono centinaia di varianti di questo trattamento, ma si rifanno tutte a 5 movimenti “base”:
- Sfioramento;
- Frizione;
- Impastamento;
- Vibrazione;
- Percussione
Il massaggio svedese prevede l’utilizzo di olio per trattare la muscolatura corporea (generalmente quello di mandorle dolci ma esistono anche altri tipologie di oli) attraverso queste tecniche specifiche. Distesi sul lettino, si parte a massaggiare dalla parte sinistra del corpo (dal basso verso l’alto), per iniziare la stimolazione della circolazione sanguigna, portandosi, infine, a trattare la parte destra a salire fino a schiena, pancia, collo, viso, testa. I benefici del massaggio consistono nel decontratturare e tonificare i muscoli, e drenare i liquidi in eccesso, e rilassare l’intero organismo generando benessere psicofisico. Grazie al massaggio svedese è possibile ridurre i tempi di recupero in seguito ad episodi di affaticamento. Il massaggio aiuta a ridurre questo fenomeno in molti modi tra cui il rilascio delle endorfine.
Agisce anche sulla circolazione emolinfatica ed è utile nella prevenzione di adipe e cellulite. Il massaggio svedese, come gli altri massaggi, non va praticato in presenza di malattie contagiose, osteoporosi, febbre o influenza, micosi della pelle e ferite aperte. In gravidanza, massaggio consentito dal 3° mese in poi, occorre informare l’operatore per evitare massaggi particolarmente energici o punti di pressione particolari.
La durata del trattamento è di 1 ora ed, a fine seduta, ci si sente avvolti da un senso di benessere diffuso e di piacevolezza, lontani da affaticamento fisico e stress.
Cosa aspetti a provare il massaggio svedese?
Irene Pedrazzi – Operatrice del Benessere