E’ statisticamente provato che, quasi un adulto su cinque, presenta valori pressori elevati; purtroppo, però, l’ipertensione è spesso asintomatica e molte persone hanno la pressione alta senza saperlo.
E’ importante che il riflessologo attento si informi sulle condizioni generali del cliente, con particolare attenzione ai valori della pressione sanguigna.
L’ipertensione è suddivisa in due parti: essenziale e secondaria.
La prima ha cause non del tutto note che possono essere valutate in base all‘età, allo stile di vita, alla situazione emotiva e nervosa del soggetto. In questo caso i sintomi possono essere mal di testa, vertigini, ronzii auricolari, stanchezza, senso di stordimento.
Si eviterà di effettuare manovre che possono aumentare la pressione sanguigna, mentre si insisterà sugli organi emuntori per favorire la diuresi e l’eliminazione delle tossine. Si agirà sul sistema nervoso e sul plesso solare poiché, questo tipo di ipertensione, molto spesso è imputabile a superlavoro, stress, preoccupazioni e a tutto ciò che crea ansia o angoscia.
L’ipertensione secondaria ha cause precise e più preoccupanti. Può essere associata a sofferenze a livello di reni, delle ghiandole surrenali o essere la conseguenza di cure ormonali, ad esempio la pillola anticoncezionale.
In questi casi il compito del riflessologo è quello di agire per creare equilibrio generale del corpo, di creare un rapporto di collaborazione col medico curante per seguire le fasi della malattia ed adeguarsi alle condizioni del cliente in maniera mirata e professionale.
Nei casi di ipertensione secondaria non ci si può permettere di improvvisare una terapia che andrà, invece, attentamente valutata e calibrata.
Andranno, in ogni caso, evitate tutte quelle manovre che favoriscono un aumento del ritmo cardiaco e un più veloce ritorno del sangue verso il cuore.
Giuste e corrette, invece, tutte le manovre di rilassamento e l’azione costante sugli apparati emuntori e sul sistema nervoso. Non bisogna trascurare le zone del fegato e dei polmoni che andranno trattate molto delicatamente e non per lungo tempo.
Meglio diminuire i tempi di durata del massaggio e ravvicinare, se possibile, i trattamenti, tenendo sotto controllo le reazioni che evidenzieranno di volta in volta.
N.B.: La riflessologia plantare, come tutte le tecniche olistiche, non ha l’intento di curare ma di favorire uno stato di benessere e può affiancare trattamenti medici in corso senza interferire.
Irene Pedrazzi – Riflessologa e Operatrice del Benessere