I piedi sono le nostre radici, quello che ci connette con la terra e che assicura la nostra mobilità. Averne cura è, letteralmente, il primo passo per essere in equilibrio con tutta la persona, per sentirci bene, pieni di energia e partire alla conquista dello spazio circostante.
Rappresentano una parte del corpo spesso dimenticata. Sono lontani dai nostri occhi e dalla nostra attenzione e capita così che non prestiamo loro la giusta cura.
Eppure sono sempre in movimento, ci portano da un luogo all’altro, ci permettono di correre, di andare in bicicletta, di vivere il contatto con la terra. Possiedono il meraviglioso compito di tenerci in equilibrio, dritti, di sorreggere tutta la nostra struttura corporea.
Il nostro corpo racconta di noi, delle nostre emozioni, delle nostre paure, rabbie, preoccupazioni, gioie o tristezze perché ogni emozione scolpisce, forgia e coinvolge parti corporee e la loro funzionalità.
Siamo un tutto che interagisce, corpo e spirito che si alimentano a vicenda, che noi ne siamo consapevoli o meno loro continuano ad interagire come una danza la cui musica è la vita.
Una delle più antiche discipline olistiche, ci aiuta a “sentire” ogni squilibrio a partire dalle nostre radici sul mondo, i nostri piedi .
Con i 7000 recettori e trasmettitori nervosi , i piedi sono direttamente collegati con il cervello e con la stimolazione di determinati punti è possibile arrivare a sollecitare un qualsiasi organo che perdendo il suo equilibrio ci avverte con il dolore. La frenesia dei nostri giorni nell’affrontare le difficoltà o avversità del percorso di vita, ci porta a livelli di stress che somatizzati si ripercuotono su organi bersaglio (schiena, fegato, intestino, polmoni, stomaco, cuore, testa…) e sul nostro umore. E’ un atto d’amore verso noi stessi, una coccola per la psiche ed una sferzata di energia per il corpo, una “pulizia” che mette d’accordo ogni cellula e ci regala benessere. I piedi sono le nostre estremità in diretto contatto con il terreno.
La forza di gravità ci tiene ancorati a terra per mezzo dei piedi, dimostrano la nostra stabilità, sono le nostre radici e infine, hanno un ruolo di fondamentale importanza, per il nostro sostegno e la nostra postura.
Prendersi cura dei piedi significa prendersi cura delle profonde radici pertanto, cerchiamo allora di non trascurare questi arti così importanti per la nostra salute psicofisica e di seguire alcuni semplici ma utili consigli:
- Stare a piedi nudi il più possibile: per lasciare il piede libero da calze e scarpe. In questo modo esso respira e può entrare in contatto diretto con il sole, con il terreno, con lo scorrere dell’acqua se siamo nei pressi di torrenti e mari;
- Cercare di variare le calzature e di sceglierle comode. No a tacchi troppo alti e a calzature eccessivamente strette che non permettono al piede di sentirsi bene anche nelle lunghe camminate;
- Eseguire quotidianamente, soprattutto la sera, un pediluvio rilassante (in commercio ci sono svariati prodotti naturali) e rigenerante. Questo rito giornaliero rilassa, purifica tutto il corpo, ci permette di fermarci e di respirare profondamente e in modo lento;
- Massaggiare i piedi durante la giornata per far attivare la circolazione e la sera dopo il pediluvio. Il massaggio dei piedi è il modo migliore per alleviare la stanchezza e per coccolare questa parte del corpo spesso trascurata;
- Compiere dei semplici esercizi quotidiani come la rotazione della caviglia o il camminare scalzi nell’acqua fredda o sui sassi per irrobustire la pianta dei piedi e per sperimentare sensazioni diverse che stimolano tutto il nostro corpo e lo attivano con nuova energia.
In un trattamento di riflessologia plantare si effettua un viaggio verso sé stessi, riconoscendo ed accogliendo un messaggio fisico o psichico che il corpo manifesta attraverso indicazioni manifestate sui piedi. E da lì inizia un viaggio sul corpo che contatta le varie sfumature umorali e fisicità della persona. Come tecnica viene utilizzata per problematiche fisiche ed emotive, ma la sua applicazione può spaziare in vari campi e risolvere diverse somatizzazioni. Il perché è insito nel lavoro stesso della riflessologia: lavorare “a distanza” su punti riflessi per raggiungere l’ obiettivo di un benessere psico-fisico. Il piede è libero di manifestare tutto ciò che abbiamo trattenuto o non vissuto completamente a livello emotivo attraverso diverse manifestazioni. Perciò spesso racconta di qualcosa che a livello fisico o mentale non è stato ancora elaborato.
I piedi ci collegano con la Terra, sono le nostre radici e sostengono il cammino della nostra vita. Ogni squilibrio emotivo, ogni disagio esistenziale, se protratti nel tempo, sfoceranno prima o poi in una serie di disturbi funzionali che, se cronicizzati, possono creare il terreno per una patologia organica. Basti pensare che i disturbi psicosomatici funzionali costituiscono circa il 75-80% dei disagi di un paziente medio e sono causati da un eccesso di stress, cioè da una scorretta o inadeguata risposta alle sollecitazioni dell’ambiente interno o esterno che inceppa il naturale meccanismo riequilibratore dell’organismo basato sulle relazioni integrate tra i sistemi nervoso, endocrino e immunitario. La riflessologia plantare può essere molto efficace per affrontare i nodi alla base dei disturbi. Importante in ambito preventivo, spesso risolutiva per le conseguenze funzionali e molto utile come complemento in sinergia alle terapie convenzionali. La chiave di lettura della riflessologia è sempre energetica e globale e il suo obiettivo è ripristinare il circuito virtuoso delle relazioni corporee che ricostruiscono nella persona un equilibrio dinamico di adattamento al contesto. Il segreto è considerare il corpo umano come un sistema unitario: agendo sul corpo, dato che la materia è una forma più densa di energia, attraverso questa si può ad incidere su piani più sottili. È un lavoro di terreno attento e affascinante che mette al centro la persona nella sua globalità e punta a stimolare la forza di autoguarione insita in qualunque organismo vivente.
” Io non ti chiedo di credere. Prima vedi, prova, valuta, e poi, se vuoi, credi.”
Buddha
Irene Pedrazzi
Riflessologa plantare e Operatore olistico